<\/p>\n
Sembra che lo scrittore George R.R. Martin<\/strong>, executive della serie Games of Thrones<\/strong><\/em> nonch\u00e8 autore della saga letteraria Cronache del ghiaccio e del fuoco,<\/strong><\/em> da cui \u00e8 tratto il fantasy-medievale della HBO<\/em>,\u00a0 abbia espresso la ferma intenzione di non far finire la serie nel modo in cui \u00e8 culminato il serial Lost<\/em>, che Martin seguiva e che sembra abbia molto deluso lo scrittore che in alcune dichiarazioni esprime il desiderio di non fare la fine degli autori di Lost <\/em>che hanno deluso gran parte del loro pubblico che a pi\u00f9 riprese ha affermato di essersi sentito tradito dall’epilogo concepito da Damon Lindelof, Carlton Cuse e colleghi<\/strong>.<\/p>\n Lindelof<\/strong> scherza su questa sorta di faida<\/em> nata su Twitter<\/em> ed Entertainment Weekly<\/em> lo intervista raccogliendo le sue impressioni<\/strong> sia sulle dichiarazioni di Martin che sul progetto della\u00a0 HBO<\/em>.<\/p>\n Lindelof si dice affascinato dalla saga anche se ha cominciato da poco il primo libro della serie, pare che abbia trascorso l’ultimo periodo a mettersi in pari con alcune delle sue serie tv preferite come Battlestar Galactica<\/em>, Breaking Bad<\/em> e The Wire<\/em>, era a circa trecento pagine lette del romanzo di Martin quando ha saputo delle dichiarazioni rilasciate dallo scrittore <\/strong>di cui ricorda con piacere anche il contributo dato alla antologia supereroistica Wild Cards<\/em>, la cui passione Lindelof ha condiviso con il padre e il cui formato mash-up,<\/em> capace di cogliere molteplici suggestioni ed elementi sci-fi di varia natura,\u00a0 sembra abbia influenzato anche l’ecletticit\u00e0 dell’universo lostiano.<\/p>\n Lindelof entra nel merito e a proposito dell’affermazione di Martin che non vorrebbe mai far terminare la serie come avvenuto con Lost<\/em>, Lindelof difende a spada tratta l’epilogo della sua serie che definisce per nulla scontato<\/strong> e pensa che non ci si poteva aspettare altro dai fan se non una divisione sul risultato finale, una reazione prevedibile che lui e Carlton Cuse<\/strong>, l’altro autore di Lost<\/em>, avevano un p\u00f2 cinicamente messo in conto aggiungendo che non c’era nulla che loro avrebbero potuto fare o scrivere per cambiare le cose.<\/p>\n Lindelof ricorda che quando hanno dato l’annuncio della data finale della serie erano trascorsi circa due o tre giorni dalla chiusura della serie I Soprano<\/em><\/strong> che lui e Cuse avevano considerato brillante, poi sono arrivate notizie che molti fan della serie l’avevano considerata invece una specie di scappatoia ed \u00e8 in quel momento che lui e Cuse si sono guardati ed hanno pensato all’unisono: Siamo fregati!<\/em><\/p>\n Secondo Lindelof la serie di Martin ha un’evoluzione pi\u00f9 naturale come peraltro sar\u00e0 il suo epilogo, non c’\u00e8 un vero e proprio mistero da svelare, c’\u00e8 chi vive, chi muore, chi comanda, chi \u00e8 buono e chi \u00e8 cattivo<\/strong><\/em>, quando invece si prendono serie come appunto Lost <\/em>o Battlestar Galactica<\/em> vi sono misteri, retroscena e mitologia che rendono la trama piuttosto intricata e densa, insomma si tratta di un approccio alla narrazione molto diverso.<\/p>\n Lindelof continua con i paragoni citando Il signore degli anelli <\/em>o il ritorno dello Jedi<\/em>, definendoli soddisfacenti nel loro accompagnare lo spettatore ad un giusto epilogo, poi il resto \u00e8 una questione meramente soggettiva, per quanto riguarda Martin, Lindelof \u00e8 piuttosto schietto e afferma che l’autore ha gi\u00e0 un finale bell’e pronto <\/strong>che proviene dai suoi romanzi e non \u00e8 cosa da poco. Lindelof si dice anche\u00a0 dispiaciuto di sentire fan utilizzare termini come tradimento <\/em>oppure altri che l’accusano di avergli fatto sprecare sei anni della loro vita<\/em>, Lindelof afferma di aver scritto il finale in team con altri autori e di averlo approcciato come avrebbe fatto un fan<\/strong> e di certo non ha commesso l’errore di\u00a0 ignorare le molte reazioni negative al lavoro svolto, perch\u00e8 il polso dei fan \u00e8 sempre importante.<\/p>\n Un’altra considerazione di Lindelof riguardo ai fan \u00e8 rivolta invece a quella schiera di irriducibili<\/em> che hanno difeso a spada tratta il finale e che hanno tacciato i pi\u00f9 critici come non veri fan di Lost<\/em>, Lindelof non crede neanche in questi estremismi e porta il paragone della saga di Harry Potter<\/em><\/strong> <\/em>di cui l’autore \u00e8 un fan, se alcuni dei romanzi o il finale non lo avessero in qualche modo soddisfatto questo non avrebbe certamente fatto di lui un non fan<\/em> o peggio ancora un finto fan<\/em>.<\/p>\n Lindelof conclude affermando che quando si approccer\u00e0 alla serie tv realizzata da Martin niente di quello che ha detto lo scrittore a proposito del suo lavoro potr\u00e0 influenzare il suo essere fan dei romanzi<\/strong>, ne tantomeno incriner\u00e0 l’ammirazione che Lindelof prova per lui, secondo Lindelof \u00e8 importante che Martin comprenda la sofferenza e la delusione provate da un autore quando il suo lavoro viene cos\u00ec aspramente criticato.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Sembra che lo scrittore George R.R. 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