<\/a><\/p>\n Ancora un masterclass<\/strong><\/em> alla vigilia della giornata di chiusura della quarta edizione del RomaFictionFest<\/strong><\/em> che quest’anno ha sfoggiato un notevole parterre di grandi star del piccolo schermo e non si poteva chiudere in maniera migliore se non con un incontro con Andy Garcia, <\/strong>uno degli attori pi\u00f9 importanti degli anni ’90, che ha trovato recentemente nel cinema indipendente e nella tv la dimensione creativa ideale.<\/p>\n Andy Garcia<\/strong> \u00e8 giunto nella Capitale per ritirare domani sera, durante la cerimonia di chiusura, il RomaFictionFest Award for Artistic Execellence,<\/strong><\/em> consegnatogli per l’occasione dalla madrina del festival Veronica Pivetti<\/strong>. Quindi vista la presenza della star americana, come resistere alla tentazione di coinvolgerlo in una lezione di cinema e tv a tutto tondo?<\/p>\n Cos\u00ec inizia l’incontro con l’attore di origini cubane, una nostalgica carrellata su trent’anni tra grande e piccolo schermo<\/strong>, l’indimenticabile esperienza nel terzo capitolo de Il padrino<\/em><\/a> di Francis Ford Coppola<\/strong> con la magia dei set italiani, ma anche la sua passione per la recitazione che soppiant\u00f2 a diciott’anni quella per lo sport, abbandonato per problemi legati alla salute, poi le innumerevoli collaborazioni con gli idoli della sua giovent\u00f9<\/strong>, tra questi Sean Connery<\/strong> con il quale Garcia recit\u00f2 ne Gli intoccabili<\/a> <\/em>di Brian De Palma<\/strong>.<\/p>\n