Le ragioni del successo di “Monster: La storia di Ed Gein” in Italia

La serie televisiva “Monster: La storia di Ed Gein” è diventata rapidamente il fenomeno del momento, dominando le classifiche di Netflix in Italia e non solo. Il clamore, amplificato anche dalle numerose e accese critiche, non fa che alimentare la curiosità del pubblico verso questo prodotto inquietante e disturbante.

Monster: La storia di Ed Gein
Monster: La storia di Ed Gein

Perché sta spopolando Monster: La storia di Ed Gein

Questa serie rappresenta il terzo capitolo della fortunata collana thriller ideata da Ryan Murphy e Ian Brennan, che include successi precedenti come Dahmer – Monster: The Jeffrey Dahmer Story (2022) e Monsters: The Lyle and Erik Menendez Story (2024). La serie ripercorre la storia di Ed Gein, noto come il “Macellaio di Plainfield,” un serial killer e profanatore di tombe, magistralmente interpretato da Charlie Hunnam.

La narrazione si concentra sulla sua vita nel Wisconsin degli anni ’40, segnata da un’educazione ultracattolica e dal rapporto ossessivo con la madre autoritaria, interpretata da Laurie Metcalf. Dopo la morte della donna, Gein inizia a dissotterrare cadaveri femminili che le somigliavano, arrivando a utilizzare parti dei corpi per creare oggetti macabri.

Un elemento narrativo interessante è l’utilizzo di inserti filmici che collegano la storia di Gein a tre note pellicole che si dice siano state ispirate dalle sue azioni: Psycho, Non aprite quella porta e Il silenzio degli innocenti. Tuttavia, il prodotto Netflix è stato oggetto di critiche severe per le numerose incongruenze storiche. Sembra che la serie abbia romanzato molti aspetti della vita di Gein: ad esempio, l’uomo negò sempre la necrofilia, le prove concrete lo collegano solo a due omicidi, e le armi del delitto sono state alterate per fini drammaturgici.

Viene anche messa in discussione la presunta connessione diretta con i film citati, suggerita nella serie tramite attori che interpretano Alfred Hitchcock e Tobe Hooper, così come l’eredità macabra che avrebbe influenzato il killer Richard Speck. Alcuni critici, inoltre, hanno rilevato un’eccessiva indulgenza nel finale, quasi a compatire il mostro.

Aspetti che però non sembrano aver assolutamente distolto i vari serializzati da quest’opera che, in poco tempo, è diventata tra le più popolari presenti su Netflix negli ultimi anni. Gran parte di questo successo è data anche dalla magistrale interpretazione di Charlie Hunnam nei panni di Ed Gein. L’attore si è sottoposto ad un notevole sforzo fisico e mentale, ha perso 14 chili in appena tre settimane, ma non ha nascosto di essersi sentito quasi sbagliato nell’aver accettato questo ruolo.

Temeva insomma che storie di questo genere potessero poi scaturire in cicatrici psicologiche difficili da debellare. La sceneggiatura però ha avuto modo di aiutare l’attore, perché alla fine non si concentra su cosa Ed Gein abbia fatto, ma sul perché si sia ritrovato a commettere tali atrocità. Si è cercato di indagare sull’essere umano celato dietro al mostro.

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