La tragica scomparsa di Cory Monteith, oltre ad addolorare tutti i fans, cambierà il panorama narrativo di Glee inevitabilmente ed in maniera irreparabile.
Per quanto sia molto presto pensare al futuro dello show targato FOX, è impossibile non pensare al fatto che Finn rappresentava l’incarnazione vivente del potere della musica, il messaggio primario che lo show trasmette; inoltre, Glee è basato su tre solide relazioni che vanno avanti da tempo, Kurt e Blaine, Brittany e Santana, Finn e Rachel.
L’addio dello show ad Heather Morris e la scomparsa di Monteith porteranno lo show su una strada dissestata; incerta è anche la direzione narrativa che potrebbe prendere, dato che se si accenna alla possibilità che Finn sia semplicemente in un altro luogo potrebbe essere avvertito come mancanza di insensibilità, mentre inscenare la sua prematura scomparsa potrebbe essere vissuta come una manovra pubblicitaria di dubbio gusto.
La morte di Finn ci riporta così esattamente dal punto in cui eravamo sfuggiti attraverso Glee, che da quattro stagioni si propone come via di fuga dalla realtà, in un mondo dove giovani adulti continuano a comportarsi come adolescenti: infine, una riflessione sull’ultima performance di Monteith, dove reinterpreta la canzone Don’t Stop Believin’, che sembra caricarsi di un significato ancora più profondo, dato che dopo la sua tragica morte, sarà molto difficile credere ancora nello show.