Cosa c’è dietro il successo di Wayward-Ribelli in Italia

Il thriller ha come obiettivo principale quello di creare caos in chi lo guarda, consapevole che possa accadere di tutto. Un genere che appassiona proprio per questa capacità di lasciare tutti con il fiato sospeso e non potevamo, a tal proposito, non menzionare una nuova serie Netflix che sta avendo un incredibile successo negli ultimi tempi. Stiamo parlando di Wayward-Ribelli, un thriller che è riuscito a scalare immediatamente la Top 10 settimanale.

Wayward-Ribelli
Wayward-Ribelli

Il segreto del successo di Wayward-Ribelli

Questa serie canadese, creata e interpretata da Mae Martin nel ruolo del giovane agente Alex Dempsey (un uomo transgender), è sbarcata sulla piattaforma il 25 settembre 2025. Ambientata nella fittizia Tall Pines, in Vermont, la trama si concentra su un misterioso riformatorio per “ragazzi ribelli” diretto dalla sinistra Evelyn (interpretata da un’affezionata del genere, Toni Collette).

Quando due studentesse, Leila e Abbie, tentano la fuga, uniscono le forze con Alex per scoprire i segreti più oscuri che si nascondono nella struttura e nella città. Sebbene “Wayward” possa inizialmente sembrare un classico thriller grazie alla presenza di Collette, introduce elementi di novità esplorando quell’industria di riabilitazione per ragazzi ribelli.

L’ispirazione per la serie non è puramente fantastica; Mae Martin ha attinto a storie vere, in particolare quella di un’amica rinchiusa in un riformatorio nei primi anni 2000, che ha riportato racconti dettagliati di abusi, manipolazione psicologica e privazioni. Questa oscurità ha radici storiche profonde nell’organizzazione religiosa Synanon degli anni Cinquanta, che mascherava pratiche violente e forme di tortura fisica e psicologica come “metodi correttivi” per affrontare la tossicodipendenza e i comportamenti difficili. Un fenomeno già raccontato dalla docuserie Netflix The Program – Rompere il silenzio (2024).

Non sorprende, quindi, che il personaggio di Toni Collette non sia affatto una donna pia. Uno degli aspetti più intriganti di “Wayward” è proprio la complessità e l’ambiguità dei personaggi, unita a una riuscita commistione di generi: dal thriller al mystery, con accenti horror e una variazione tonale che non disdegna l’uso di black humor e sarcasmo a contrastare i momenti drammatici. Nonostante l’originalità del concept, la serie è stata oggetto di polemiche.

Alcuni spettatori hanno criticato gli autori per aver trasformato in intrattenimento un tragico true crime che ha visto minorenni come vittime. Altri hanno percepito la tematica dell’industria dei “ragazzi difficili” come troppo marginale, relegata a una semplice cornice del mistero principale anziché trasformarsi in una vera e propria denuncia sociale.

Ciò che ha diviso maggiormente il pubblico è stato il finale, percepito come troppo aperto e inconclusivo. L’assenza di elementi risolutivi ha lasciato molti insoddisfatti, alimentando speculazioni su un’eventuale seconda stagione necessaria a dare risposte. Probabile che si punti su una seconda stagione, visto anche il successo rapido di questo thriller, ma mancano conferme a riguardo.

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